Franco Basaglia voleva che la sua riforma diventasse patrimonio universale, e decise di portarla in Africa e in America Latina. Ludovica Jona è andata a San Paolo e Rio de Janeiro per capire fino a che punto lo psichiatra italiano ha influenzato la gestione della salute mentale in Brasile. Ha incontrato Pedro Gabriel Delgado (coordinatore del settore durante il primo governo Lula), che nel 1979 organizzò le famose conferenze brasiliane di Basaglia. E si è fatta guidare da Roberto Tykanori, giovane volontario a Trieste nel 1980 e poi promotore dell’applicazione dei principi basagliani, in quello che resta della “Casa degli orrori” di Santos.
Altrettanto importante è stata l’esperienza in Grecia, dove a metà Anni 80 un gruppo di psichiatri triestini collaborò alla chiusura del manicomio-lager dell’isola di Leros. Ma realtà in qualche modo simili, sia pure in condizioni meno drammatiche, esistono ancora in molti Paesi. In Belgio, per esempio, dove una giovane psichiatra italiana partecipa alla gestione di un Centro di salute mentale ispirato alle idee di Basaglia e riconoscibile da una statua di un cavallo blu vicino all’ingresso.
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