L’Ottimismo Attivo

Il Diario del Capitano, di Andrea Di Gregorio.

May 13 2024 • 2 mins

Le parole “andrà tutto bene” sono diventate un mantra, spesso le si augura a qualcuno oppure a sé stessi, ma riflettere sul significato profondo dietro questo augurio può fare la differenza.

La filosofia, da Aristotele a Kant, ha sempre enfatizzato l’importanza dell’agire. Per Aristotele, l’azione è l’espressione della virtù e del carattere. Nella sua “Etica Nicomachea”, sottolinea che la virtù non sta solo nel sapere, ma nell’agire secondo questo sapere.  Immanuel Kant, d’altro canto, parla di “imperativo categorico”, che ci spinge ad agire non solo per desiderio, ma per dovere morale.

Anche la psicologia moderna, ha esplorato l’importanza dell’ottimismo attivo, come sottolinea Martin Seligman, che dice esserci una differenza cruciale tra un ottimismo passivo e uno attivo. Quest’ultimo non porta le persone a limitarsi di sperare che le cose vadano bene, ma include il riconoscimento dei problemi e l’impegno attivo per superarli.

Le parole di sostegno e i buoni auspici sono importanti, ma senza l’azione, rimangono vuoti. La vera responsabilità sta nell’agire per realizzare quelle speranze. È un invito a muoversi oltre la confortante passività dell’augurio, abbracciando un approccio più proattivo e determinato.

Questo atteggiamento richiede coraggio, determinazione e una costante volontà di agire, qualità che possiamo tutti sviluppare e coltivare per il bene di noi stessi e della società, per essere fautori del nostro destino.