La Dott.ssa Valentina Di Ludovico ci ha fatto due regali, due interviste, una scritta e una in Podcast per dirci qualcosa in più!!!. Carissimi ascoltatori, ecco a voi la Doc Valentina Di Ludovico
Ciao Valentina, grazie di aver accettato di partecipare a questo podcast. Iniziamo con una domanda libera, come facciamo in ogni intervista, un po’ come a scuola. Parlaci di te, dove sei nata, quali sono i tuoi studi e cosa fai attualmente.
Ciao Davide, innanzitutto grazie per l’invito, io sono Valentina di Ludovico sono nata a Teramo nel lontano 1985, sono un tecnico della riabilitazione psichiatrica specialista in riabilitazione ho studiato all’università dell’Aquila e poi mi sono specializzata in Danzamovimento terapia integrata e arteterapia diventando membro della commissione formazione APID (Associazione Professionale Danzamovimentoterapeuti Italiana) e, negli ultimi tempi, mi sono avvicinata al mondo della Mindfulness diventando istruttore qualificato presso l’università di San Diego. Attualmente sono Coordinatore del servizio di riabilitazione presso la Casa di Cura Villa San Giuseppe ad Ascoli Piceno dove lavoro da undici anni e libero professionista presso lo studio Associato Polyedra a Teramo dove elaboro programmi riabilitativi personalizzati e conduco gruppi riabilitativi, di comunicazione ed interventi individuali mirati al benessere e alla salute mentale.
Comunicazione Assertiva. È un termine a te molto familiare ma ci arriveremo nelle prossime domande. Prima, però, spiegaci bene cosa voglia dire questo termine. Si potrebbe pensare che l’assertività possa portare ad una specie di pace nel mondo. Accettare se stessi per accettare gli altri. C’è un fondo di verità in questa utopia?
L’assertività o comunicazione assertiva è un tema che sta diventando molto di moda e soprattutto di cui ne sentiamo il bisogno dopo un periodo dove la comunicazione, la relazione e il contatto sono venuti meno. Nella società odierna molti vogliono apprendere tecniche per comunicare meglio, per stare meglio e per migliorare le relazioni interpersonali come se “saper parlare bene” potesse magicamente risolvere ogni problema dando per scontato un passaggio fondamentale quello del “sentire” anzi dell’ “ascoltare ed ascoltarci” presi come siamo dal turbinio di cose da fare, da obiettivi da raggiungere e da prestazioni ottimali da erogare siamo sempre meno in contatto con la parte più vera e spontanea di noi, sempre meno in contatto con i nostri bisogni che spesso vengono soppressi o urlati. Avere una modalità assertiva non vuol dire “vogliamoci tutti bene” o “non mi tocca nulla” ma significa essere pienamente consapevoli del proprio modo di vivere , essere al centro delle proprie scelte dandosi anche l’opportunità di sbagliare, imparare e cambiare.
La frase di Libet e Lewinsohn : “L’assertività è la capacità del soggetto di utilizzare in ogni contesto relazionale, modalità di comunicazione che rendano altamente probabili risposte positive all’ambiente e annullino o riducano la possibilità di reazioni negative”, sembra quasi una delle tecniche di vendita, come quella di fare domande aperte per non avere risposte negative dal cliente. Probabilmente è una frase che può star bene in qualsiasi contesto. Tutta questa assertività non rischia di limitare le azioni e reazioni dei soggetti che ne “fanno uso”. Assertività vuol dire accettare tutto?
No, come dicevamo prima la frase da te citata va contestualizzata e soprattutto riadattata alla persona, allo stato d’animo e al contesto. Apprendere abilità assertive significa avere delle strategie di coping che possiamo usare per ridurre la frustrazione e il disagio personale che alcune situazioni comportano, significa disinnescare alcuni schemi automatici che possono limitare la nostra vita e le nostre relazioni ma tutto questo deve passare attraverso la consapevolezza e il libero arbitrio riscoprendo quanto sia bello non dover sottostare per forza in ruoli pre- costruiti e donandoci la spon