METAMORFOSI. L'Uomo e la Materia.

JLIVE RADIO

Cos'è infondo un'opera se non la trasposizione dell'anima?"

METAMORFOSI è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione.

METAMORFOSI è un viaggio emozionante nel quale scoprire il ciclo vitale creativo che partendo dalle mani dell'artista, passa attraverso la materia e diventa vita!

METAMORFOSI è una raccolta di interviste che documenta le emozionanti storie di donne e uomini che, con la loro passione continuano a far vivere le più antiche e creative forme d'arte, riuscendo a creare delle vere e proprie opere d'arte trasformando semplici materie come l'argilla, la pietra, il ferro, i metalli, i filati, ecc..

La 1° serie è dedicata all'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese. In ogni puntata Liliana Rullo, speaker e autrice, descrive e interpreta le emozioni, le intuizioni e il senso di ciascuna opera. Lidia Di Blasio, speaker e autrice, intervista un artista, artigiano o designer per conoscerlo più da vicino e ascoltare la saggezza dei maestri e le emozioni dei più giovani.

METAMORFOSI è prodotto e diretto da JLIVE RADIO www.jliveradio.com da un'idea di Lidia Di Blasio e Liliana Rullo per conto dell'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese.

Dal trailer: "Le mani modellano l'argilla, i colori prendono vita nella ceramica, la sensibilità scolpisce la pietra, il fuoco fonde il ferro, il vetro prende vita con un soffio, la luce riflette l'oro, fili invisibili legano il passato al presente, l'intuito crea valore... si anima. La maestria rende la materia un 'opera d'arte. Cos'è infondo un'opera se non la trasposizione dell'anima?"

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Episodes

Lorenzo Marcotullio - Penne in legno
Aug 24 2023
Lorenzo Marcotullio - Penne in legno
Le opere realizzate da Lorenzo Marcotullio sono penne in legno. Il corpo o fusto di ciascuna penna è in legno, modellato artigianalmente. La parte alta è ornata da simboli che richiamano arti e professioni. Tra i tanti spiccano il simbolo caduceo e quello con la chiave di violino. Il simbolo caduceo, in color oro vivo, è simboleggiato da due serpenti attorcigliati intorno ad un bastone alato che rappresentano uno la dose terapeutica e uno la dose tossica. Risalente all’antica Grecia rappresenta lo scettro del Dio Hermes che lo esibiva come simbolo di pace e di prosperità per allontanare le liti. La chiave di violino è un simbolo posto all’inizio del pentagramma con la funzione di fissare la posizione delle note. E’ simbolo del libertà, di scoperta, di conoscenza e di nuove possibilità. Il varcare la soglia del pentagramma per aprirsi a qualcosa di prezioso come una nuova armonia musicale. Le penne in legno decorate con tali preziosi simboli trasmettono messaggi di rivelazioni delle parti di noi più intime e raccolte. L’arte dello scrivere a mano è una propulsione, un impeto di istinto ma che porta con sé un atto di coraggio. Quando le parole sedimentano dentro il proprio vissuto, calamitando nei confini di una pagina tutto quanto assorbito e incluso nel proprio divenire allora la penna diventa metafora di vita e mezzo di espressione. La penna in legno fregiata di simboli sembra così respirare. Dentro il fusto in legno sembra così respirare il proprio albero di vita, le proprie foglie al vento, le proprie radici saldamente radicate alla terra. Allora la penna in legno realizzata dall’artista Lorenzo Marcotullio non è solo una penna, ma è una trasposizione del proprio albero che incide sulla carta il vissuto esperienziale della più intimo sentire. E’ lo strumento attraverso il quale si coagulano pensieri ed emozioni attraverso il materiale ligneo che vibra, vive e parla del proprio albero di vita. Sembra pulsare. Regalare così una penna in legno è atto di coraggio e di propulsione perché richiede slancio vitale verso la ricerca della propria essenza e del proprio io più autentico, quello legato alla terra, alle radici e alle chiome verdeggianti. Richiama il ciclo vitale dell’albero che vive le quattro stagioni, dalla morte autunnale alla rinascita primaverile passando per le verdeggianti e colorate primavere ed estati. Il pulsare di tale impeto conduce dunque alla ricerca di se stessi e delle proprie radici. Le radici di quell’albero che scorrono nella mano e si imprimono sulla carta. Grazie Lorenzo Marcotullio perché con le tue penne in legno ci riporti all’essenza della terra, del ciclo vitale linfatico che sgorga dalle radici, si erge attraverso il fusto e si espande nelle chiome verdeggianti del fluire delle parole impresse su carta. testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore.  ________________  #Metamorfosi è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione. METAMORFOSI è un format radiofonico ideato per l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese, prodotto e diretto da Jmotion Agenzia Pubblicitaria, in onda su #JLIVERADIO  Speaker e autrici #LilianaRullo e #LidiaDiBlasio https://jliveradio.it  https://www.artigianatoabruzzese.com
Mattia Aceto - Pietra della Majella
Aug 24 2023
Mattia Aceto - Pietra della Majella
Le opere dell’artista Mattia Aceto, realizzate con la pietra della Maiella, sono costituite da tre sculture raffiguranti il simbolo dell’infinito in versioni diverse. La prima in evidenza sembra raffigurare il simbolo dell’infinito. Le altre sembrano simboleggiare il simbolo dell’infinito spezzato. Il simbolo dell’infinito ha la forma di un otto di astrazione matematica, che indica una grandezza illimitata e che può crescere in modo smisurato. Raffigurante una linea senza fine che può illimitatamente crescere ed espandersi, il simbolo dell’infinito tende all’espansione appunto verso l’immenso e l’inesauribile. Da qui il contrasto con la materia scelta per la realizzazione dell’opera. La pietra della Maiella caratterizzata dall’essere calcarea e omogenea spicca per essere anche tenera e facilmente lavorabile, duttile e malleabile. E’ tuttavia pur sempre una pietra e come tale di indole fortemente gravitazionale. Statica. Fissa. Terrena. Saldamente ancorata alla terra. Pesante.  Tale dualismo che lega la forza di gravità della pietra della maiella con la leggiadria di infinito del simbolo rappresentato fa espandere all’occhio dell’osservatore tutta la maestria del pensiero e della manualità dell’artista Mattia Aceto.  Accanto alla perfezione del simbolo di una dimensione sconfinata, le altre due opere sembrano infiniti spezzati, quindi finiti. Il ciclo vitale che passa si spezza e fa riecheggiare tutta la caducità della vita umana. Fatta di finito e di arginato, oltre che di materico e terreno. La triade che appare sembra così dominata da un simbolo di infinito che si contrappone e governa i due simboli di finito. Tutto questo rappresenta una ciclicità fatta di tensione illimitata che si contrappone a forza circoscritta, definito e precisato. Fatto di Staticità e di illimitata dinamicità. Fatto di gravità e di espansione. Terra e Aria. Sembrano ergersi come slanci verso l’alto ma con uno sguardo sempre radicato al determinato. Infinito e finito governano dunque l’essenza intima dell’animo umano. La pietra della maiella, simbolo autentico della tenerezza e versatilità della materia terrena, è strumento vivo e dinamico nelle mani dell’artista che tende all’infinito, all’indeterminato e all’alea del non governabile, con uno sguardo sempre attento alla certezza del finito, del netto e dello stabilito. Grazie Mattia Aceto perché con le tue opere ci fai assaporare quello slancio creativo che parte dalla pietra della maiella ed approda ad un sentire illimitato e infinito verso la verdeggiante chioma dell’espandersi del proprio essere e del proprio sentire.  testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore.  ________________  #Metamorfosi è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione. METAMORFOSI è un format radiofonico ideato per l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese, prodotto e diretto da Jmotion Agenzia Pubblicitaria, in onda su #JLIVERADIO  Speaker e autrici #LilianaRullo e #LidiaDiBlasio https://jliveradio.it  https://www.artigianatoabruzzese.com
La dote - installazione artistica ABAQ
Aug 14 2023
La dote - installazione artistica ABAQ
La Dote è un’installazione avente ad oggetto l’assemblaggio e i ricami a cura della cattedra di Costume per lo spettacolo dell’Accademia di belle arti di L’Aquila del Prof. Attilio Carota e della Prof.ssa Alessandra Carducci. Arrivano così agli occhi di un visitatore attento i colori e le forme di una intimità elegante e raffinata che racchiudeva i valori delle giovani spose e i sogni, attraverso ad esempio l’abito di primo letto o l’intimo. Attraverso la dote, che significa regalo o dono, si voleva rappresentare dalla famiglia della sposa allo sposo il conferimento di un insieme di beni. La tradizione, in molti paesi dell’Abruzzo, era quella di portare il corredo dentro un baule dalla casa della sposa a quella dello sposo attraversando le vie del paese. La dote, nata come liberalità anche se regolamentata, divenne nei secoli obbligatoria attraverso il codice giustinianeo. L’istituto è sopravvissuto fino al 1975 fino a quanto è stato inserito l’art. 166 bis nel codice civile ai sensi del quale “è nulla ogni convenzione che comunque tenda alla costituzione dei beni in dote”. Quest’installazione comunica il sentire dei tempi passati, durante i quali le donne dovevano dimostrare attraverso la dote l’apporto e il proprio contributo per parificarsi all’uomo. L’intimo sospeso trasmette la staticità del rapporto.  Emerge tutta la traslazione dell’immateriale sul materiale. L’aspetto materico dell’intimo sospeso, oggetto di uno scambio economico e patrimoniale, diventa simbolo e metafora di rapporti finalizzati alle cose terrene. Ma nell’installazione come nella vita questi oggetti restano sospesi. Immobili. Quasi a non accettare il divenire del rapporto matrimoniale che si fa amore e resta immateriale. La forma non diventa sostanza. Resta sospesa. In un rapporto intrappolato dentro se stesso che si misura con la patrimonialità quantitativa di beni materiali. Quest’opera resta solo in apparenza semplice e lineare. Un’attenta indagine ci fa catapultare in un tempo in cui la donna doveva dimostrare di valere con beni materiali e doveva farlo mostrandolo alla società di appartenenza trasportando per le vie del paese la sua dote. La riflessione che fa emergere è dunque la rilevanza del sentire sociale sul rapporto matrimoniale. L’essere per la società dal punto di vista patrimoniale diventa essenziale per l’essere nell’io individuale. Tale sillogismo ha portato a numerose storture dei rapporti falsati dall’apparenza dell’avere. Sentiamo ancora oggi quanto l’avere, patrimonialmente inteso, influisca sui rapporti di coppia e sui rapporti sociali in generale. Quest’opera arriva prorompente a farci riflettere proprio su questa traslazione che rimane però sospesa nell’aria, immobile e statica, e che non si è rivelata in grado di curare e sanare le ferite dei rapporti sociali fatti di energie immateriali, le sole in grado di curare e fortificare i rapporti. L’essere è ciò che emerge da quest’opera. L’avere resta sospeso. In un mondo che mal si adatta alle ferite del cuore e dei rapporti sociali. testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore.  ________________  #Metamorfosi è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione. METAMORFOSI è un format radiofonico ideato per l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese, prodotto e diretto da Jmotion Agenzia Pubblicitaria, in onda su #JLIVERADIO  Speaker e autrici #LilianaRullo e #LidiaDiBlasio https://jliveradio.it  https://www.artigianatoabruzzese.com
La ragazza - installazione artistica ABAQ
Aug 14 2023
La ragazza - installazione artistica ABAQ
La Ragazza è un arazzo contemporaneo 170X100 realizzato dalla cattedra di Costume per lo spettacolo dell’Accademia di belle arti di L’Aquila a cura del Prof. Attilio Carota e della Prof.ssa Alessandra Carducci con assemblaggio di Caterina Di Mele. Quest’opera è un omaggio alla figura di Chiara Villani, maestra di cucito ed esperta di punto a croce. Chiara Villani, nata a fine ottocento e morta nel 1958, ha trascorso la sua vita a Cansano. Dall’originale e stravagante estro creativo Chiara Villani si fa trasportare dall’ago al pennello. Prima lavorava minuziosamente con filo e uncinetto dedicando la sua arte creativa al punto a croce e più in generale al cucito.  Poi approdava al pennello e all’arte della pittura trasformando e unendo l’arte del ricamo a quello della pittura. L’arte del filo a quello del pennello. Ha così creato sulla parete della sua camera da letto un affresco a punto a croce con pigmenti di origine naturale. Entrando nella stanza ci si sente così avvolgere da un lenzuolo che sembra fatto di filo intrecciato sapientemente. Ed è metamorfosi di colore. Il colore che si trasforma in punto a croce.  Niente allora è come sembra. Niente è mai come sembra. Avvicinandosi alla parete si comprende così che non è un ricamo e non è un filo di cotone intrecciato. E’ il filo del colore che racconta di una vita preziosa, quella di Chiara Villani, donna creativa con una forte identità territoriale. Quest’opera racconta di quelle pareti e della memoria della sua vita in modo contemporaneo. Dona allo spettatore spunti, pezzi di immagini, parti di corpi richiamando le pareti dipinte da Chiara Villani con equilibrio e simmetricità. L’arazzo racconta di profili di corpi umani simmetrici, quasi a voler ricordarci la duplice natura dell’animo umano. Quella duplicità che ha condotto la mano di Chiara dall’ago al pennello. E’ quel dualismo, parte di ogni uomo, che emerge con potenza e vigore. E’ quello stesso dualismo che contrappone e sugella l’estro creativo con la raffinata precisione del punto a croce. Entrambi legati da una infaticabile e instancabile pazienza. Il gioco asimmetrico dell’affresco conduce all’immagine più intima e profonda dell’animo umano, connubio fatto di energie opposte, di bianco e nero, di luce ed ombra. Tutto questo arriva dritto all’osservatore più attento che si sente avvolto, come nella stanza di Chiara Villani, da giochi simmetrici ed equilibrati, fatti di estro e pazienza, forza ed eleganza, istintività e lentezza. testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore.  ________________  #Metamorfosi è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione. METAMORFOSI è un format radiofonico ideato per l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese, prodotto e diretto da Jmotion Agenzia Pubblicitaria, in onda su #JLIVERADIO  Speaker e autrici #LilianaRullo e #LidiaDiBlasio https://jliveradio.it  https://www.artigianatoabruzzese.com
Mater Donna - installazione artistica ABAQ
Aug 14 2023
Mater Donna - installazione artistica ABAQ
MATERdonna è un’installazione avente ad oggetto la ricostruzione di Madonne vestite, a cura della cattedra di Costume per lo spettacolo dell’Accademia di belle arti di L’Aquila del Prof. Attilio Carota e della Prof.ssa Alessandra Carducci, con la realizzazione di Francesca Rinella e Yu Zen. La ricostruzione delle Madonne vestite è di impatto fortemente simbolico e metaforico. Le mani delle donne che si prendono cura di immagini di altre donne porta con sé un legame viscerale e materno con la parte più profonda e spirituale di noi. Le Madonne “vestite” sono le statue della Vergine Maria “non tradizionali” che indossano abiti e gioielli di arte sacra a seconda delle stagioni o con abiti particolari, di festa, per altre celebrazioni o per eventi importanti. Erano solo le donne ad occuparsene. Solo le donne. Il messaggio di quest’installazione è dirompente. Le donne che curano che donne. Si prendono cura con attenzione instaurando un contatto diretto. Come la donna che diventa madre. Madre di un figlio. Madre di un progetto. Madre di un amico.  Madre della propria Madre. Madre del proprio Padre.  Essere Madre ed essere Donna. Quest’installazione fa riecheggiare tra le pieghe dei vestiti e la cura dei dettagli un contatto diretto, intimo e vero con la propria essenza di Donna e di Madre. Le mamme, come i bottoni, tengono unite le cose. E sono proprio le donne che possono prendersi cura di altre donne. Sorelle di uno stesso legame. Unite dal profondo sentire femminile che tutto risolve e fortifica. Le donne sono la forza di loro stesse. Essere Madri significa essere portatrici di vita e di energia vitale in tutte le cose che accadono nella propria esistenza, nel proprio essere ed in quello della comunità. Allora ci si riconosce. Solo quando si riconosce nell’altra donna la propria essenza di Madre nel mondo allora tra di loro le donne diventano bottoni. Bottoni e fili. Mani che lavorano. Anime che si intrecciano.  E si prendono cura l’una dell’altra. Solo come una Madre può fare. La donna diventa Madre dell’Altra donna in uno scambio sinergico e osmotico continuo e vitale.  Allora uno scoglio non può davvero arginare il mare. E quella forza motrice che tiene tutto insieme diventa marea. Un’alta marea. Questa è la forza della MATERdonna. Una forza motrice e vitale che fa riconoscere alla donna la forza dell’altra donna.  Come la Madre Terra che raccoglie, fa germogliare e fortifica i semi e fa nascere i frutti, così le donne che si sentono e che sono Madri seminano, curano, innaffiano, custodiscono e fanno germogliare le energie vitali nel mondo che le circonda. La ricostruzione delle Madonne vestite ridona quel lento e minuzioso prendersi cura delle donne da parte delle donne, con un legame diretto, spirituale ed intimo. testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore.  ________________  #Metamorfosi è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione. METAMORFOSI è un format radiofonico ideato per l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese, prodotto e diretto da Jmotion Agenzia Pubblicitaria, in onda su #JLIVERADIO  Speaker e autrici #LilianaRullo e #LidiaDiBlasio https://jliveradio.it  https://www.artigianatoabruzzese.com
Stefania Belfiore - Colosseo
Aug 12 2023
Stefania Belfiore - Colosseo
Colosseo è un imponente cappello ispirato appunto al Colosseo. Stefania Belfiore ha ricevuto un importante premio sull’utilizzo innovativo del feltro. Interamente fatto a mano e modellato sulle forme di legno il cappello Colosseo è imponente e maestoso. E’, tuttavia, al contempo elegante e raffinato. Stefania Belfiore ha l’abilità sorprendente di unire eleganza e forte impatto visivo. Davanti alle sue opere si resta con il fiato sospeso, quasi a voler capire ed entrarci dentro, ancora prima di provare ad immaginare come indossare un suo cappello. I suoi cappelli hanno un carattere peculiare determinato da una grintosa femminilità. Una femminilità non scontata né banale. La donna che indossa un cappello della Belfiore spicca tra la folla ma con grazia, ricercatezza e raffinatezza. Dal cappello colosseo emergono preziosismi e ricercatezze che lo richiamano in forma stilizzata. Avvolge interamente il capo e si espande maestoso verso l’alto. Anche il colore lo richiama, un colore caldo e neutro. Il cappello Colosseo è versatile e può essere abbinato con eleganza anche con abbigliamento sportivo. L’immagine della donna che lo indossa è dolcemente austera, semplicemente raffinata. A forma ellittica questo estroso ed imponente cappello richiama le nostre radici diventando un simbolo autentico dell’essere italiani nel mondo. Simbolo di appartenenza, di radici e di rigenerazione il Colosseo indossato come cappello dona alla donna un fascino e maestoso. Richiama e custodisce arte e cultura rappresentando al mondo Roma e tutta la sua anima. Ne emerge così un cappello di forte rappresentanza non solo territoriale ma anche simbolica, culturale ed artistica che fa riemergere tutta la potenza della romanità. Esalta la potenza di quella donna che con fare sensuale e seducente emerge impetuosa tra la folla e se ne impossessa, oltrepassando le linee rette degli sguardi fascinosi che le cadono addosso. Il cappello appare dunque quell’elemento prezioso che dona carattere e forza ad un temperamento che forse ad un primo sguardo non appare poi così prezioso, maestoso e potente. E’ questo il messaggio comunicativo che rende il cappello Colosseo un autentico capolavoro. Sobrietà e regalità. Delicatezza e potenza. Dualismi che vengono comunicati attraverso la regolarità degli elementi preziosi che lo arricchiscono e la forma ellittica, dunque dinamica, flessibile e morbida. Grazie Stefania Belfiore perché attraverso il cappello Colosseo ci hai donato potenza ed eleganza per ogni occasione, con la consapevolezza che indossare una tua opera arricchisce la forma dell’anima e del corpo di un piglio quasi miracoloso, quello di far sentire ciascuna donna bella e sorprendentemente se stessa.  testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore.  ________________  #Metamorfosi è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione. METAMORFOSI è un format radiofonico ideato per l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese, prodotto e diretto da Jmotion Agenzia Pubblicitaria, in onda su #JLIVERADIO  Speaker e autrici #LilianaRullo e #LidiaDiBlasio https://jliveradio.it  https://www.artigianatoabruzzese.com
Sara Antonini - Abruzzo forte e gentile
Aug 12 2023
Sara Antonini - Abruzzo forte e gentile
Abruzzo forte e gentile è l’opera realizzata da Sara Antonini. E’ un ciondolo d’oro giallo. La forma del ciondolo è quella dell’Abruzzo. Al centro del ciondolo è incisa una presentosa con dieci punte. Al centro della presentosa un cuore rosso. E’ il cuore rosso della nostra terra, che pulsa ricordandoci le nostre radici.  Il cuore rosso è simbolo di passione, di forza e di appartenenza. Il battito costante che richiama la nostra più intima appartenenza è quello della forza e della gentilezza. Così quest’opera appare essa stessa forte e gentile, come la nostra terra. Come il nostro Abruzzo. Come il nostro comune essere. La forza dell’oro e la gentilezza del cuore. Appare concentrica: dall’Abruzzo verso il cuore passando per la presentosa a dieci punte. Si scontrano due forze motrici, dall’esterno verso l’interno e viceversa. A volerci ricordare la ciclicità della terra, e quindi della vita che passa. Quelli che appaiono confini sono già l’inizio di altro. I confini del cuore sono già presentosa. I confini della presentosa sono già Abruzzo. E così questi tre importanti e suggestivi elementi dialogano tra loro in un moto senza tempo né spazio. La forza e la gentilezza che sembrano in antitesi convivono e dialogano tra loro in una reciproca osmosi. E’ proprio da tale osmosi che nasce l’appartenenza abruzzese, simbolicamente rappresentata da quest’opera. Grazie Sara Antonini perché con la tua opera, Abruzzo forte e gentile, ci porti nel cuore delle nostre radici verso il battito costante e coraggioso che pulsa vivo dentro ognuno di noi, quello che ci rende portatori nel mondo di forza e di gentilezza. testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore.  ________________  #Metamorfosi è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione. METAMORFOSI è un format radiofonico ideato per l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese, prodotto e diretto da Jmotion Agenzia Pubblicitaria, in onda su #JLIVERADIO  Speaker e autrici #LilianaRullo e #LidiaDiBlasio https://jliveradio.it  https://www.artigianatoabruzzese.com
L'Ardire - installazione artistica ABAQ
Aug 11 2023
L'Ardire - installazione artistica ABAQ
L’Ardire è un’opera realizzata con filo di colore rosso su lino antico realizzata dalla cattedra di Costume per lo spettacolo dell’Accademia di belle arti di L’Aquila a cura del Prof. Attilio Carota e della Prof.ssa Alessandra Carducci. L’opera è un omaggio alla figura di Sabina Santilli, donna abruzzese e fondatrice della Lega del Filo D’Oro. E’ realizzata da tanti “NO”, in caratteri diversi.  Sono tutti i NO che Sabina subiva per la condizione di salute. Sabina Santilli, nata a San Benedetto dei Marsi nel 1917, a 7 anni perde l’udito e la vista per una meningite. Raccontava agli amici della Caritas di Avezzano nel 1982:  «La sera del giovedì santo, dal letto di mia mamma, diedi un ultimo sguardo attorno. L'indomani mattina, venerdì santo, udii l’ultimo grido, seguito da una sbattuta di porta. Da allora niente più. Fu il buio pesto senza una voce» Nella sua giovane vita continuava a sentire tanti NO. Non poter sentire. Non poter vedere. Non poter parlare bene. Tutto questo l’aveva portata a sentirsi impotente, schiava e vittima dei tanti NO della vita. Il NO limitante. Il NO frutto di scelte altrui dettate da limiti sociali e da etichette fatte di nero e di bianco. Quest’opera comunica in modo dirompente con il filo rosso ricamato la solitudine e il buio che portano i NO della vita, siano essi imposti, scelti o ardentemente voluti. Sono tutti quei NO che limitano l’esplicazione del proprio essere e del proprio sentire. Superarli o cercare di superarli ci erge oltre il comune sentire. Dalle piccole alle grandi battaglie, il superamento di un NO imposto porta con sé una metamorfosi fatta di sfumature, gradazioni e variopinte diversità. Quest’opera ci fa così comprendere come siano proprio le nostre diversità e le nostre battaglie di vita quotidiana a costruire il nostro unico percorso che ci porta alla conoscenza del proprio io e del mondo. Sabina Santilli riuscì così a condurre una vita come se mai quella malattia fosse accaduta. Imparando il Braille cucinava, lavava, stirava e manteneva una viva corrispondenza con altre persone sordocieche in tutta Italia. Uscita dal buio aiutava tante altre persone a ritrovare la luce. Mentre alla radio, il 2 giugno 1968, viene annunciata la morte di Helen Keller (la prima sordocieca che, grazie all'istruzione e all'aiuto della sua insegnante Anne Sullivan riuscì a condurre una vita indipendente, storia alla base del film Anna dei miracoli) Sabina affermò: «Mentre il mondo parla di “miracoli” nei suoi riguardi, noi abbiamo ragione di dire (non senza un risolino sotto i baffi) che è stata invece solo il primo esempio.”  Grazie a Sabina Santilli la Lega del Filo d’Oro ha portato le persone sordocieche a fare rete per essere aiutato in tempo per condurre una vita indipendente e in autonomia. testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore.  Voce di Lidia Di Blasio ________________  #Metamorfosi è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione. METAMORFOSI è un format radiofonico ideato per l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese, prodotto e diretto da Jmotion Agenzia Pubblicitaria, in onda su #JLIVERADIO  Speaker e autrici #LilianaRullo e #LidiaDiBlasio https://jliveradio.it  https://www.artigianatoabruzzese.com
Giuseppe Angelini - Trionfo di Galatea
Aug 8 2023
Giuseppe Angelini - Trionfo di Galatea
L’opera realizzata da Giuseppe Angelini è un piatto in ceramica raffigurante il trionfo di Galatea. La realizzazione del dipinto sul piatto in ceramica è ispirata al trionfo di Galatea che è un affresco di Raffaello Sanzio, conservato nella Villa Farnesina di Roma. Caratteristica interessante della figura di Galatea, in posizione centrale, dal viso dolce e raffinato e dal corpo imponente, è la torsione del busto che dona all’opera movimento e dinamicità. Intorno a Galatea sono riprodotte le divinità marine e in cielo i tre puttini pronti a scoccare le frecce verso di lei.  Il trionfo a cui si riferisce l’opera è quello del vero amore che Galatea prova per Aci che oppone all’amore provato da Polifemo che al contrario del primo è un amore che si impone e che possiede. Intorno alla raffigurazione del trionfo, il bordo del piatto in ceramica è decorato con altri puttini disposti tra il sole, posizionato al centro in alto e la luna, posizionata al centro in basso. I colori utilizzati da Giuseppe Angelini seppur ispirati a quelli del Raffaello hanno una propria particolare identità. Sono il giallo e il blu.  Il giallo è deciso e determinante. Il blu è soave e cristallino e richiama tenuamente il blu egizio. Il loro accostamento crea un’atmosfera patinata, quasi a voler raccontare il trionfo come un sogno. I colori tenui e cristallini donano al piatto un aspetto onirico, quasi a voler far intravedere il trionfo dell’amore vero, che si contrappone all’amore che solo possiede e impone, come una chimera, un mito, un miraggio. Questo piatto posizionato in sala, dove passa la vita quotidiana, ci ricorda la lotta continua tra l’amore vero e il possesso. Come l’insegnamento dato da Buddha che spinge a coltivare e non a possedere: “quando ti piace un fiore semplicemente lo cogli. Ma quando ami un fiore lo annaffi tutti i giorni”. Così il trionfo di Galatea rappresentato magistralmente su questo piatto in ceramica, con colori che ci portano in una dimensione onirica, ci ricorda che il vero amore non possiede né impone. Possedere e imporre è legato ad una sfera dell’avere e del materico. Come l’amore provato da Polifemo. Curare e far crescere è invece legato al donarsi. Non solo di un amore romantico ma anche di quell’amore trasversale che unisce tutti gli uomini e le popolazioni. Un amore universale. Il vero amore dunque dona e cura. Come quello che Galatea prova per Aci. Come quello che unisce tutti gli uomini, come fratelli di una stessa madre terra, al di là di ogni appartenenza che solo l’occhio e l’etichetta dell’uomo vede.  Grazie Giuseppe Angelini perché con il tuo piatto in ceramica raffigurante il trionfo di Galatea ci ricordi che l’amore vero trionfa sul possesso e sull’imposizione. testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore.  ________________  #Metamorfosi è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione. METAMORFOSI è un format radiofonico ideato per l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese, prodotto e diretto da Jmotion Agenzia Pubblicitaria, in onda su #JLIVERADIO  Speaker e autrici #LilianaRullo e #LidiaDiBlasio https://jliveradio.it https://www.artigianatoabruzzese.com
Fabrizio D'Eramo - Vaso in cera con raffigurazione del Rosone di Collemaggio
Aug 8 2023
Fabrizio D'Eramo - Vaso in cera con raffigurazione del Rosone di Collemaggio
L’opera realizzata da Fabrizio D’Eramo è un vaso in cera con raffigurazione del Rosone di Collemaggio. Profondamente in linea con il fluire liquido dei nostri tempi quest’opera ci racconta della fugacità della vita e della sua liquidità.  Il vaso è realizzato con la cera. Materiale affascinanti e ricco di significati. Prima solida e poi a contatto con il calore della candela diventa liquida, si scioglie ed evapora. Si disperde nell’aria donando, per mezzo della fiammella della candela, luce e calore. La cera la penso morbida e resiliente. Camaleontica. La cera è metamorfosi. Si scioglie e si solidifica a seconda del calore che la invade. Come il cuore si indurisce al freddo dei sentimenti così la cera. Come il cuore si scioglie al calore dell’amore che lo pervade così la cera. Allora questo vaso in cera porta con sé tutto il sapore del consumarsi della vita che alterna solidità a liquidità, pesantezza a leggerezza. Fa riecheggiare nell’aria quella fugacità della vita. Allora pensando al vaso di cera ti viene voglia di morderla la vita. A morsi. Felinamente. Sul vaso di cera è inoltre raffigurato il rosone di Collemaggio, a completare il simbolismo fortemente spirituale che lo caratterizza. Il rosone di Collemaggio oltre a ricordarci i merletti del tombolo abruzzese è ricco di significati simbolici legati allo spazio e al tempo. Vi è un doppio contrasto che si espande allo spettatore. Il cerchio geometrico del rosone in contrasto con la forma quadrata del vaso. Quasi a contenerlo ed arginarlo. Il fondo chiaro del rosone in contrasto con il nero del rosone che si mescola al fondo nero del vaso di cera. Allora ad un occhio attento non può sfuggire che tutto il vaso è rosone. Il rosone nero si espande e diventa vaso. Il simbolismo che emerge è intenso e fugace, come la vita che si consuma giorno dopo giorno. Grazie Fabrizio D’Eramo perché con il tuo vaso in cera con raffigurazione del rosone di Collemaggio ci fai entrare in un’atmosfera intima e riservata, alla luce della fugacità della vita che tutto consuma, illumina e riscalda.  testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore.  ________________  #Metamorfosi è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione. METAMORFOSI è un format radiofonico ideato per l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese, prodotto e diretto da Jmotion Agenzia Pubblicitaria, in onda su #JLIVERADIO  Speaker e autrici #LilianaRullo e #LidiaDiBlasio https://jliveradio.it  https://www.artigianatoabruzzese.com
Cristian Cimatti - Eco
Aug 8 2023
Cristian Cimatti - Eco
Testo e voce di Liliana Rullo L’opera ECO di Cristian Cimatti è un imponente e lascia inquietudine e mistero. La donna si apre all’interno delle sagome geometriche provocando un cortocircuito. Sembra ispirata al mito di Eco, una delle Oreadi, le ninfe della montagna. Secondo Ovidio, Giove notando l'attitudine di Eco per il pettegolezzo, la spinse ad intrattenere sua moglie Giunone in modo da distrarla dai propri amori furtivi. Giunone però si accorse dell'inganno, e la punì togliendole l'uso della parola e condannandola a dover ripetere solo le ultime parole che le venivano rivolte o che udiva. La ninfa si innamorò perdutamente di Narciso, ma non potendogli confessare il suo amore, riuscì solo ad innervosirlo ripetendo le ultime parole che pronunciava facendogli pensare che fosse uno scherzo e che lo stesse prendendo in giro. Narciso, stanco della ragazza se ne andò lasciandola sola. La ninfa si mise a piangere fino a prosciugarsi e di lei non rimase che la voce che riecheggia ancora oggi per le montagne.  I cerchi concentrici posti sull’opera fanno simboleggiare l’eco e la voce che riecheggia dispergendosi nel vuoto. Il contrasto vivo tra il corpo nudo di donna, i suoi seni, parte del suo volto e le forme geometriche richiamano il movimento dell’essere che si fa onda tra le rocce. Le forme sinuose del corpo si oppongono con resistenza alle rigide forme geometriche che la incorniciano. Sembra uno squarcio. E’ un lacerarsi che si fa strada tra le rigide forme quadrate e rettangolari. Il corpo di Eco appare come intrappolato tra le montagne. E’ una metafora della sua voce. La sua voce tenta di uscire ma non può, così come il corpo che non è libero di muoversi, è bloccato e fermo. Il corpo della donna è il simbolo della voce di Eco rimasta a riecheggiare tra le montagne. Il cortocircuito che provoca è dato da questo ardente contrasto e dalla sinuosità dei seni e del volto che si contrappone alle linee fisse e rigide della cornice. Quest’opera ha un’energia circolare, dinamica e flessibile. Sembra ingabbiata nella cornice di linee e forme geometriche sapientemente posizionate. Il contrasto è dato anche dalla lavorazione del materiale utilizzato. Il corpo della donna è luminoso, levigato, liscio e dettagliato di particolari. Le linee geometriche che rappresentano i limiti e gli argini dell’esistenza sono scure e materiche, opache e ruvide. Come le aridità della vita. Il cortocircuito è dato dall’energia dinamica che spinge la donna verso l’esterno in contrapposizione alla staticità delle linee geometriche che spingono verso l’interno. In questo movimento di opposti, dall’interno verso l’esterno e dall’esterno verso l’interno, quest’opera trova il suo punto di equilibrio.  Grazie Cristian Cimatti perché con la tua opera ECO ci hai riportato nel movimento circolare dell’esistenza, fatto di forze ed energie motrici opposte che ruotano e spingono alla ricerca di quel funambolico punto di equilibrio.  testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore.  ________________  #Metamorfosi è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione. METAMORFOSI è un format radiofonico ideato per l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese, prodotto e diretto da Jmotion Agenzia Pubblicitaria, in onda su #JLIVERADIO  Speaker e autrici #LilianaRullo e #LidiaDiBlasio https://jliveradio.it  https://www.artigianatoabruzzese.com
Diogenes Silvestri - La Donna. l'essenza, la speranza, il mistero della vita stessa
Aug 8 2023
Diogenes Silvestri - La Donna. l'essenza, la speranza, il mistero della vita stessa
L’opera ideata e realizzata dal maestro orafo Diogenes Silvestri, in collaborazione con la maestra orafa Antonella Checchia è un pendente in argento e rame puro, realizzato con la tecnica del cesello e dello sbalzo, interamente a mano.  Il volto della donna è in argento. Il profilo stilizzato guarda verso un punto indefinito. I lineamenti dolci e gentili non nascondono tuttavia alcune pieghe espressive del volto che esprimono il dolore del vivere quotidiano. Il dolore che emerge dai tratti del viso fa parte della vita della donna e può essere fonte di vita, di trasformazione e di evoluzione. La donna che emerge dai lunghi capelli offre tratti femminili, dolcemente sagomati. Il movimento del viso vero l’esterno dona carattere ed è teso ad evidenziare l’aspetto talvolta austero e solenne della donna, matriarca e nobile di animo. Il punto focale è collocato verso l’esterno e sembra far spostare l’attenzione sul corpo di colei che lo indossa tanto è la forza dello sguardo e il movimento sinergico del volto, accompagnato da quello dei lunghi capelli. E’ un punto illuminante e solare da cui il volto prende tutta l’energia e se ne fa quasi inondare. Simbolo di fonte di vita, di amore, di gioia e di speranza. Il contrasto con filamenti di rame che costeggiano il volto e si intrecciano tra i capelli dona luminosità e vivo splendore.  I filamenti di rame richiamano le radici che collegano l’essenza primaria della donna alla terra.  L’essere donna si fa radice, si erge sulla terra e anela al cielo e all’infinito, in quel punto verso il quale si perde lo sguardo del profilo di donna. Quest’opera rappresenta dunque quel collegamento osmotico tra terra e cielo, le radici di rame che si intrecciano alla vita e l’argenteo profilo di donna che si abbandona al cielo e alla luce divina. Il volto di donna si fa così esperienza di vita, e in una metamorfosi simbolica e continua nasce figlia, diventa donna, femmina e madre. La donna simboleggia così la fonte di vita, di amore, di gioia e di speranza. L’intrecciarsi con filamenti in rame donno all’opera una prospettiva dinamica e viva. Donano movimento e sinergia. Donano profondità e armonia. Grazie maestro Diogenes Silvestri e grazie alla maestra Antonella Checchia per aver saputo trasmettere attraverso quest’opera l’essenza primaria della donna, intermediaria di una luminosa radice solare che la fa ergere tra terra e cielo.  testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore. ________________ #Metamorfosi è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione. METAMORFOSI è un format radiofonico ideato per l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese, prodotto e diretto da Jmotion Agenzia Pubblicitaria, in onda su #JLIVERADIO Speaker e autrici #LilianaRullo e #LidiaDiBlasio https://jliveradio.it https://www.artigianatoabruzzese.com
Staffetta 136 - installazione artistica ABAQ
Aug 7 2023
Staffetta 136 - installazione artistica ABAQ
Testo e voce di Liliana Rullo Staffetta 136, installazione realizzata dagli studenti della cattedra di Costume per lo spettacolo dell’Accademia di belle arti di L’Aquila a cura del Prof. Attilio Carota e della Prof.ssa Alessandra Carducci, si presenta come un’opera apparentemente delicata, leggiadra e soave. L’opera è costituita da calze di nylon autentiche di fine anni 40. Ogni calza una donna. Ogni donna una calza. Rappresentano le 136 donne abruzzesi Partigiane e Patriote, nel periodo della lotta di liberazione.  L’installazione artistica celebra l’operato delle Staffette che accompagnavano brigate e comandi per strade sicure, esploravano e reperivano informazioni per mezzo di biciclette percorrendo chilometri. Spesso rammendatrici e sarte, all’interno degli stessi lavori tessili o all’interno delle calze cucivano e trasportavano biglietti con messaggi e azioni da compiere.  Osservandola si va dunque oltre la leggiadria e la delicatezza del filo di nylon. Oltre. Il messaggio che arriva come un pugno è la lotta, il sudore, l’affanno, la stanchezza. Ma anche il coraggio, la determinazione, la scelta volitiva, l’eroismo, la temerarietà. E’ il filo rosso che lega quelle 136 donne partigiane a tutte quelle donne che ancora oggi lottano per la libertà. Una libertà troppo spesso negata. Appare così un’opera potente, intensa, robusta e incredibilmente viva. Chiudendo gli occhi sono qui le nostre partigiane che affannosamente corrono. Con grazia, prudenza e coraggio si fanno portavoci del nostro presente. E rivivono nella storia attraverso la trasparente potenza della calze di nylon che custodiscono segreti, messaggi, azioni, informazioni e lettere. Quest’opera di erge come simbolo vivo e autentico della lotta e del riconoscimento delle donne nella vita sociale e politica. E’ simbolo del diritto di voto. E’ simbolo della presenza delle donne nella Costituente. E’ simbolo della presenza delle donne nel Parlamento. E’ simbolo della presenza delle donne nella vita sociale, fino alla guida delle istituzioni ed oggi della Nazione. E’ una lotta per la libertà di espressione e di partecipazione. Una lotta ancora in atto che ha davanti a sé ancora molta strada da percorrere. E’ la lotta affinché l’appartenenza ad un genere, quello maschile e quello femminile, diventi motivo di potenziamento delle differenze e delle diversità in un’ottica di completamento e di reciprocità. 136 donne resistenti. 136 scintille che hanno acceso la luce della strada verso la libertà. 136 cuori che battono all’unisono contro la mancanza di espressione, di partecipazione e di parola. Grazie alle 136 staffette la strada verso la libertà, seppur ancora fortemente in salita, ci sembra percorribile ma solo perché stanno ancora soffiando dietro la nostra schiena.  ________ Metamorfosi è un podcast ideato e prodotto da jLIVE RADIO in collaborazione con l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese e l'Accademia delle Belle Arti di L'Aquila.
Bruno Zenobio - Sono loro o siamo noi?
Aug 20 2022
Bruno Zenobio - Sono loro o siamo noi?
Sono loro o siamo noi? del Maestro Bruno Zenobio è un’allegoria spirituale fortemente simbolica. E’ una installazione dalla forte matrice evolutiva. Racconta di Pinocchio, di Mangiafuoco e della Fata turchina. Anche la scelta della tecnica del mosaico è simbolica perché racconta di tanti piccoli pezzi che vengono sapientemente scelti e prendono forma nelle mani del Maestro, diventando personaggio, storia e simbolo. Pinocchio è un burattino. I fili che lo legano al burattinaio sono quelli delle scelte quotidiane obbligate, dei compromessi, delle strade predefinite da una società che già tutto scrive e progetta. I fili ostacolano il libero discernimento e non permettono la scelta della propria strada illuminata. Pinocchio nasce burattino e confrontandosi con il mondo soffre della propria diversità. Lui è legno. Rigido. Inflessibile. Gestito. Mosso. La strada che lo porta al risveglio è tortuosa, a tratti pericolosa e difficile. E’ un viaggio dentro se stessi. La pancia della balena è luogo di confronto con il proprio io più profondo, è il contatto diretto con il buio della mancanza di conoscenza. Pinocchio lungo il suo viaggio della vita si evolve e sperimenta la metamorfosi. Quella profonda che assorbe tutto il suo essere, il suo io più profondo. Diventa bambino. Può muoversi da solo, pensare, parlare. Senza essere mosso da nessuno. Non vive di luce riflessa. Si cosparge di luce propria e di conoscenza. Si illumina di autodiscerimento. Senza fili. Senza un burattinaio ingordo che lo muove e lo governa. Diventa libero. Di una libertà di coscienza e di discerimento. Il Maestro Bruno Zenobio ci impone più riflessioni sulla nostra vita e sul nostro sentire. Dopo aver osservato la sua installazione si aprono interrogativi sull’essere, sul sentire e sul vivere in modo libero e autentico. Sono o siamo noi? Burattini o burattinai? Chi sono loro? Chi siamo noi? I fili li sentiamo e vogliamo liberarcene. Ci comprimono. Ci limitano. Ci governano. E offuscano e annientano la nostra capacità di decidere, di dissentire e di disubbidire. In realtà di scegliere. E da queste domande e interrogativi esplode tutta la voglia di iniziazione verso la luce della consapevolezza e della conoscenza. Dopo aver osservato l’installazione del maestro Zenobio ci portiamo dentro il senso più profondo e simbolico della metamorfosi e del processo lento e doloroso che porta alla conoscenza, proprio come la storia del profeta Giona nell’antico testamento. Pinocchio rappresenta ognuno di noi che sogna di diventare un bambino e di poter così liberamente decidere della propria vita. La perfezione di ogni singola tessera luminosa, con sfumature di colore fa da contrappunto al legno grezzo delle gambe, delle mani e del volto. Il contrasto è superbo e ci racconta della rigidità del legno che dialoga con le sfumature luccicanti di colori. A ricordarci che non vi è luce senza ombra. Alba senza tramonto. Giorno senza notte. Sole senza luna. E’ proprio il senso più profondo del nostro viaggio su questa terra. Una continua metamorfosi che fa prendere vita alla parte più vitale, autonoma e fanciullesca di noi stessi. Grazie Maestro Bruno Zenobio perché con l’installazione “Sono loro o siamo noi?” ci risvegli e ci illumini verso una metamorfosi che recide i fili dell’omertà, dell’indecisione e dell’ignoranza verso un’illuminata nuova natura fatta di autodiscernimento, di conoscenza e di libertà. testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore. ________________ #Metamorfosi è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione. METAMORFOSI è un format radiofonico ideato per l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese, prodotto e diretto da Jmotion Agenzia Pubblicitaria, in onda su #JLIVERADIO Speaker e autrici #LilianaRullo e #LidiaDiBlasio https://jliveradio.it https://www.artigianatoabruzzese.com
Luigi D'Alimonte - Materia Poetica
Aug 20 2022
Luigi D'Alimonte - Materia Poetica
Materia poetica del Maestro Luigi D’Alimonte è leggerezza ed elevazione. Le forme sono morbide e soavi. Quest’opera d’arte sintetizza in modo mirabile la ricerca dell’equilibrio tra pieni e vuoti. E’ un ossimoro. Una morbida pietra. Che si slancia annodandosi ad una asse cartesiano immaginario verso l’alto. Verso l’infinito. La parte superiore ricorda una parte del simbolo dell’infinito che si snoda verso il basso in forma duale in una bidimensionalità energetica. Quest’opera è affascinante. Osservandola da vicino non puoi fare a meno di scrutarla e cercarla di comprenderla nella sua profondità materica. La lavorazione è quella della pietra paglierina della Maiella ed è un’imitazione dell’opera acquisita nel Vittoriale come omaggio al sommo poeta della sua terra natia. Immaginare quest’opera nel Vittoriale ci catapulta ad un’immagine, non solo emozionale, ma viva e dinamica. Il suo svilupparsi verso l’alto con linee morbide e curve crea una dinamicità e una fluidità del movimento in stretta antitesi con l’apparenza staticità e durezza del materiale pietroso. Verso il basso Materia poetica si snoda in concetto bidimensionale apparentemente ancorato alla terra ma che permette di aprire quello snodo cruciale dell’infinito verso il basso, prendere aria e sintetizzarsi in un’identità energica, vitale e contemporanea. In linea con il percorso di trasformazione della pietra della Maiella in materia di ricerca e di innovazione del Maestro D’Alimonte, quest’opera incarna un nuovo linguaggio e un nuovo angolo prospettico per osservare e vivere il territorio e le nostre più profonde radici. Materiale poetico è un’opera d’arte. E’ la ricerca di un equilibrio dinamico tra vuoti e pieni. Tra dinamicità e staticità. Tra radicamento ed elevazione. Perché si slancia verso l’alto anelando al cielo e al contempo si snoda e si espande ariosamente verso il basso in un equilibrio bidimensionale energico e fisico. Materiale poetico è metamorfosi continua. E’ il frutto sapiente e curato delle mani dell’artista D’Alimonte che seguono l’intuizione, l’idea e l’emozione. Lavorare, smussare, stratificare, togliere. Le mani che tolgono e liberano l’anima della materia. Sembra quasi muoversi in un ciclo perenne che non smette mai di fluire. Puoi ascoltare l’infinito che scorre. Vederlo. Toccarlo. Sentirlo. Grazie Maestro Luigi D’Alimonte perché con l’opera Materia poetica ci conduci alle porte di uno slancio vitale ed energetico verso l’alto, con leggerezza, ricerca e intuizione. Quest’opera d’arte e il progetto di ricerca “rinascimento della materia” sintetizzano e fanno espandere, oltre i confini territoriali, l’anima viva della pietra della Maiella offrendo spunti e aneliti di elevazione, in una ricerca costante di equilibri di vuoti e pieni, radicamento ed elevazione, consistenza e leggerezza sotto la luce spirituale di un’autentica metamorfosi. testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore. ________________ #Metamorfosi è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione. METAMORFOSI è un format radiofonico ideato per l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese, prodotto e diretto da Jmotion Agenzia Pubblicitaria, in onda su #JLIVERADIO Speaker e autrici #LilianaRullo e #LidiaDiBlasio https://jliveradio.it https://www.artigianatoabruzzese.com
Nicola Granata - Nascondino dal ciclo "I giochi di una volta"
Aug 18 2022
Nicola Granata - Nascondino dal ciclo "I giochi di una volta"
Nascondino del maestro Nicola Granata è un’opera staticamente dinamica. Due muri centrali che combaciano perfettamente l’uno con l’altro. A sinistra un bambino che si accinge a scorgere dall’altro lato. A destra una figura femminile accovacciata che presumibilmente fa la c.d. “conta”. Ogni personaggio con il proprio muro. La figura femminile usa il muro liscio e rifinito per appoggiarsi. Come sostegno. Il bambino usa il muro, ancora allo stato grezzo, non raffinato né lavorato, per nascondersi. Due muri. Uno di sostegno. Uno per nascondersi. La figura femminile sulla destra è statica. Ferma. Ma dentro se stessa conta il tempo che passa. Ritmicamente. Sembra quasi di sentirli i numeri della conta. Il bambino, invece, è nascosto ma in una posizione dinamica. Di apertura verso il mondo fuori dal muro. Quasi a voler farsi scoprire. Una mano è appoggiata sul muro che gli fa da leva in caso dovesse scattare all’improvviso. E’ in una posizione privilegiata. Dietro il muro è protetto ma al contempo curioso del mondo fuori dal muro. In bilico. Tra la sicurezza del proprio nascondiglio e la voglia di scattare alla prima occasione buona e vincere il gioco per la tana libera tutti. Quest’opera è maestosa nella sua unicità. Racconta della voglia di uscire dal proprio nido per liberare tutti gli altri. Racconta della curiosità e della voglia di oltrepassare i muri della nostra coscienza per andare oltre. Per la libertà. La libertà non solo di se stessi ma di tutti gli altri. Il gesto del bambino di affacciarsi oltre il muro, i suoi piedi in movimento e la sua mano raccontano di questa continua ricerca di equilibri funambolici tra la staticità e la sicurezza del proprio nido, del proprio nascondiglio e la dinamicità e il pericolo del mondo fuori. L’anelito di liberare tutti però è più forte e spinge il bambino a scostarsi e a cercare di capire il momento più favorevole per rischiare di giocare con la vita, sua e degli altri. Il Maestro Granata gioca con il concetto stesso di libertà, di autodeterminazione, di curiosità, di dinamicità e di staticità e lo fa con eleganza, raffinatezza ed estro creativo. Quest’opera ci racconta di noi, del nostro essere bambino con la voglia di liberare tutti dai mali del mondo, di sognare e di sperare. E poi ci racconta del nostro essere adulti, ritmici, raccolti e chiusi, ben annidati al di qua del muro, in attesa. Forse in perenne attesa. Grazie Maestro Granata perché con l’opera Nascondino ci riporti al nostro mondo fanciullesco ma con una prospettiva profonda e fortemente simbolica, con uno sguardo rivolto oltre il muro che spinge alla ricerca della libertà di se stessi e di tutti dai mali del mondo affrontando il gioco della vita con la volontà di essere scoperti e di salvarci al di là dei muri. testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore. ________________ #Metamorfosi è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione. METAMORFOSI è un format radiofonico ideato per l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese, prodotto e diretto da Jmotion Agenzia Pubblicitaria, in onda su #JLIVERADIO Speaker e autrici #LilianaRullo e #LidiaDiBlasio https://jliveradio.it https://www.artigianatoabruzzese.com
Michele Santilli - Unico
Aug 16 2022
Michele Santilli - Unico
Unico di Santilli Gioielli è raffinatezza, eccellenza artigiana ed eleganza. Unico è intreccio antico dell’oro in vorticosi abbracci che custodisce lo splendente cuore di un gioiello inimitabile. Duce cuori. Un cuore in oro, intrecciato con cura e sapiente tecnica orafa fa da cornice ad un altro cuore. La contrapposizione tra oro bianco e oro giallo crea un effetto cornice e duale. Due cuori che ne formano uno dalla prospettiva profonda e ricercata. La forma è romantica e arrotondata. La trama del cuore in oro giallo è piena, tridimensionale, avvolgente e dettagliata. Al centro dell’opera batte il piccolo cuore centrale. E’ un abbraccio. E’ il cuore grande in oro giallo che abbraccia il nucleo centrale, anch’esso un cuore. Due cuori che battono all’unisono. Due cuori che speculari sono l’uno il nucleo dell’altro. Sapiente abbraccio intrecciato. L’anima di Santilli Gioielli è costituita dal maestro Rinaldo Santilli, il cuore della creatività, e dal maestro Michele Santilli, il cuore della passione. Un incrocio di maestria, estro e cura che rendono piccole opere d’arte ogni creazione del Maestro Rinaldo Santilli. Un custode fedele dell’atelier è il maestro Michele Santilli che accoglie con tutta la sua anima con ascolto dedizione. L’opera UNICO di Santilli emerge in tutta la sua imponenza e tridimensionalità e parla alla parte più amorevole e duale di noi stessi. Due cuori che si fanno uno. Due anime che convivono nello stesso impulso vitale. E’ un dialogo sinergico continuo. Un abbraccio. Un intreccio di abbraccio che custodisce un piccolo cuore. Il piccolo cuore centrale riflette di bianco argenteo e di purezza. E’ questo il suo nucleo centrale. La purezza di un piccolo cuore prezioso custodito nell’abbraccio e nell’intreccio di fili dorati sapientemente lavorati. Grazie Maestri Santilli perché con l’opera UNICO ci ricordate che il nucleo centrale del nostro amore puro e prezioso è custodito nell’abbraccio potente, massiccio, lavorato e solare di una trama di protezione e valorizzazione del nostro più intimo sentire. testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore. ________________ #Metamorfosi è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione. METAMORFOSI è un format radiofonico ideato per l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese, prodotto e diretto da Jmotion Agenzia Pubblicitaria, in onda su #JLIVERADIO Speaker e autrici #LilianaRullo e #LidiaDiBlasio https://jliveradio.it https://www.artigianatoabruzzese.com
Valerio De Angelis - Collana dalla collezione Nuvole
Aug 16 2022
Valerio De Angelis - Collana dalla collezione Nuvole
Collana dalla collezione “Nuvole” di Valerio De Angelis è un’opera dalle sfumature romantiche e colorate. In oro. Quest’opera è formata da nove cerchi collegati tra loro uniti a costituire la forma di una nuvola. Quattro trasparenti. Due blu. Uno rosso. Uno arancione. Uno giallo tenue. Le molteplici sfaccettature delle pietre preziose creano un gioco di colori e sfumature. Sfumature alternate dal contorno oro, spesso e striato. Materico. L’effetto che ne scaturisce è un gioco di raggi colorati luminosi e luccicanti. L’incastro dei cerchi colorati forma una nuvola. In meteorologia una nuvola è un’idrometeora costituita da minute particelle di vapore d’acqua condensato e cristali di ghiaccio, sospesi nell’atmosfera. Il colore delle nuvole è dovuto a fenomeni ottici di interazione della luce con il vapor d’acqua, con riflessione, rifrazione e diffusione. Quest’opera in tutto il suo splendore trasforma i colori in cristalli di luce. Adagiata sul petto ruba la scena e la personalizza. Come una nuvola quest’opera è preziosa e dona leggerezza. Come una nuvola quest’opera sembra trasformarsi in base alla luce che riflette. Ricorda la fugacità del tempo che tutto trasforma e modifica. Come osservare una nuvola che sembra identica a se stessa ma che in realtà, fissandola, prende vita in continue forme diverse. La nuvola rappresenta perfettamente la fugacità e la liquidità del nostro tempo che tutto trasforma e modifica alla velocità di un battito di ciglia. L’uomo è proprio come la nuvola, perché cambia continuamente forma e consistenza. La nuvola da lontano sembra compatta e densa. Quanto ci avviciniamo diventa rarefatta e fumosa. Così quest’opera da lontano appare solida, compatta e stabile. Avvicinandosi e osservando le singole pietre luminose si aprono infiniti raggi di colore che riflettono spicchi di luce, sapientemente lavorati e curati dal Maestro Valerio De Angelis. Da vicino si aprono così infiniti mondi possibili, fatti di raggi, di colori, di pietre e di brillantezze. Grazie maestro Valerio De Angelis perché con l’opera Collana dalla collezione “Nuvole” ci riporti all’essenza profonda dell’uomo, fatto di passaggio e di cambiamento. Quest’opera con i suoi scintillii luminosi che cambiano continuamente inclinazione di luce fa dunque riecheggiare tutta l’essenza della metamorfosi nel moto costante delle nuvole che simboleggia il moto costante della nostra Anima. testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore. ________________ #Metamorfosi è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione. METAMORFOSI è un format radiofonico ideato per l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese, prodotto e diretto da Jmotion Agenzia Pubblicitaria, in onda su #JLIVERADIO Speaker e autrici #LilianaRullo e #LidiaDiBlasio https://jliveradio.it https://www.artigianatoabruzzese.com
Olga Verna - Giardinio dei Fiori
Aug 16 2022
Olga Verna - Giardinio dei Fiori
Giardino dei fiori di Olga Verna è un ciondolo. Formato da sei cuori legati ad una pietra centrale dal colore acquamarina. La pietra centrale attira e concentra su di sé tutta la luminosità di quest’opera. Delicata. Elegante. Raffinata. In questo punto di azzurro acquamarina si proietta tutta la profondità del mare. Per i romani l’acquamarina era una pietra sacra a Nettuno, dio del mare, e veniva lanciata in acqua in caso di tempeste e maremoti per placare la sua ira. Un’antica leggenda narrava che le pietre color acquamarina fossero custodite negli scrigni delle sirene e che avessero poteri magici. I cuori lavori con filigrana al centro fanno da cornice e convergono alla parte centrale celeste. Quest’opera ci racconta così dell’acqua e della terra. I cuori sono pieni di filigrana e rappresentano il frutto della terra. Il nucleo centrale brillante e luminoso che sembra il mare è il cuore del fiore. I sei cuori legati sono i petali del fiore. Il fiore della terra. Quest’opera è il simbolo del giardino dei fiori. Fiori che nel loro nucleo portano con sé tutto il sapore del mare e dell’infinito. Simboleggia purezza e sacralità. Questo punto di azzurro tenue infonde speranza e rimanda al conetto di purezza. Grazie Maestra Olga Verna perché la tua opera Giardino dei fiori ci doni eleganza, raffinatezza e purezza. Ci riporti al nostro giardino di fiori con un tocco di mare e di luminosità. testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore. ________________ #Metamorfosi è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione. METAMORFOSI è un format radiofonico ideato per l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese, prodotto e diretto da Jmotion Agenzia Pubblicitaria, in onda su #JLIVERADIO Speaker e autrici #LilianaRullo e #LidiaDiBlasio https://jliveradio.it https://www.artigianatoabruzzese.com
Errico Di Simone - Vaso farmacia con manici ad anelli  e decoro ornato Tulipano antico
Aug 16 2022
Errico Di Simone - Vaso farmacia con manici ad anelli e decoro ornato Tulipano antico
Vaso Farmacia con manici ad anelli e decoro ornato Tulipano Antico di Errico Di Simone è un’opera che spicca per la sua dettagliata e ricercata tecnica pittorica su ceramica. Le decorazioni di quest’opera si alternano tra la linearità e la morbidezza. Divisa concettualmente in strati. Alcuni di questi contengono piccole decorazioni metodiche e ordinate, come al bordo in alto del vaso e al piede dello stesso. Nello strato centrale scoppia tutta la tecnica pittorica e la maestria del maestro Di Simone accostando sapientemente il giallo deciso e strutturato su un letto di blu. I manici del vaso sono gialli con forma ad anello. Il tocco di giallo sulla decorazione del vaso, sui manici, sul coperchio e sul pomello donano solarità e movimento. La decorazione con tulipano antico trasmette morbidezza delle linee e rotondità degli spazi. Il tulipano antico, protagonista della decorazione è un unico fiore giallo pendulo ed il suo significato è quello dell’amore vero, perfetto, onesto, eterno e disinteressato. Il tulipano giallo richiama ricorda il sole, un amore solare, spensierato e caldo. Quest’opera simboleggia tutto questo e molto di più. L’accostamento del blu con il giallo rende il vaso da farmacia elegante e armonioso. Il letto di blu e bianco sul quale si erge questo giallo intenso e morbido crea scintillio e morbidezza. Immaginare questo vaso sullo scaffale di una farmacia fa emergere la sua spiccata propensione ad essere protagonista della scena. Lo immagino colmo di essenze speziali, odorose e profumate. Il Vaso da farmacia è uno dei miei oggetti preferiti perchè richiama la radice e l’albore della medicina. E quest’opera del Maestro Di Simone fa riecheggiare questo incipit. L’amore assoluto e disinteressato per la vita e la sua cura. L’amore per la vita umana passa per questo incipit, per la selezione di piante officinali. Sono la cura della natura. Sono l’alba della scienza e della medicina. Se devo immaginare un vaso che costudisce l’incipit della cura lo immagino così, con un tulipano antico giallo, simbolo dell’amore solare. E cos’è la medicina intesa in senso lato se non la cura della vita e della persona con amore solare e caldo… Grazie Maestro Di Simone perché con la tua opera, Vaso Farmacia con manici ad anelli e decoro ornato Tulipano Antico, ci riporti agli albori della medicina e della cura attraverso l’amore per la vita e la sua cura, con tecnica decorativa e pittorica esemplare e creativa. testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore. ________________ #Metamorfosi è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione. METAMORFOSI è un format radiofonico ideato per l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese, prodotto e diretto da Jmotion Agenzia Pubblicitaria, in onda su #JLIVERADIO Speaker e autrici #LilianaRullo e #LidiaDiBlasio https://jliveradio.it https://www.artigianatoabruzzese.com